lunedì 3 giugno 2013

Liberamente euroscettici

E' necessario amare l'Euro per essere europeisti? Amare la Commissione Europea per essere liberali? Essere affetti da esterofilia per sentirsi aperti di spirito?

Credo di no e credo che un salutare e pragmatico dibattito sui risultati raggiunti attraversi la costituzione della moneta unica sia salutare per l'informazione dei cittadini. Il fatto che questo sia stato negato in sede di adesione rappresenta un evidente vulnus democratico di cui il nostro paese ha sofferto e a cui deve essere posto rimedio.

La crisi finanziaria originata dai mutui subprime è degenerata in Europa in una crisi bancaria che a sua volta si è trasmessa ai debiti sovrani (anche se definire "sovrani" alcuni degli stati membri comincia sempre di più a suonare come un triste eufemismo). Valutarne le modalità di sviluppo, di gestione e di reazione da parte delle autorità europee è sia un diritto che un dovere di ogni elettore che voglia dirsi informato.

L'idea stessa che un'artificiale costruzione valutaria sia la condizione sine qua non del godimento dei benefici dei processi di integrazione europea è falsa. Molte delle motivazione addotte a livello mediatico nel chiudere qualsiasi valutazione sui risultati conseguiti attraverso l'unificazione valutaria sono pretestuose o nel migliore dei casi lacunose. Ogni cittadino ha il dovere di valutare le istituzioni da cui è governato e questo oggi non può limitarsi alla politica nazionale ma deve estendersi inevitabilmente alla sfera comunitaria ovvero a quanto viene deciso a Bruxelles e Francoforte. L'attuale assetto è frutto di un processo politico e non il frutto di un mandato celeste: non vi è nulla di irreversibile o immutabile almeno finché la libertà non annega nella apatia.

Il Monitore Toscano